Un voyage autour du monde..

Un voyage autour du monde..

08/05/2011

Dal Caribe alla regione del Caffe


Eh si'... ai caraibi si stava bene, ma le lancette che corrono limitano la goduria prodotta dal trio: sole, mare e chachacha... no dai... suona bene, ma tutto cio' che si puo' trovare in questa bella regione colombiana e' la salsa!
Dopo un soggiorno di due giorni a Bogota, con le ossa scosse dal freddo e dall'umidita' ( dopo San Andres, il ritorno alla dura realta' non e' stato facile!!! ;P ), abbiamo preso un bus diretto verso Santa Marta, una citta' situata sulla costa nord della Colombia, alla ricerca del SOLE!!! Citta' carina, o piuttosto, carino il posto dov'era situato il nostro Hostal Miramar. Una viuzza tipica colombiana dove il tempo passava lento, a colpi di cerveza e tragos.
Due notti qui, per scoprire il (ex) villaggio immacolato di pescatori, ora invaso da backpackers, di nome Taganga (gita che abbiamo fatto in giornata, visti i prezzi folli per dormire in quest'ultimo). Spiagge belle, caraibiche, pescioni che ti scodinzolano attorno, insomma... un piacere. Solo difetto: eravamo in piena "Semana Santa" e le spiagge erano invase da orde di turisti colombiani che, come noi, scappavano dalla pioggia e dal freddo.
Terzo giorno: decidiamo di partire alla volta di Tayrona, uno dei Parchi Nazionali piu' belli e visitati del Paese. Sempre Semana Santa ed il parco piu' che naturale sembrava un parco divertimenti. A causa della pericolosita' delle correnti marine, solo tre spiagge sono balneabili. Immaginate 3000 persone ammassate a non piu' di 30 centimetri di distanza una dall'altra. Peggio di Rimini nei peggiori degli incubi possibili.
Nonostante avessimo programmato di stare 3 notti immersi nella pacifica ed immacolata natura del parco (!!??) , alla fine ne abbiamo fatta solo una, guadagnando tempo sulle mete incredibili che avremmo scoperto piu' tardi.
Prima avventura in una amaca, dove abbiamo passato la notte. Comoda!... per le prime ore, poi la mia schiena ha iniziato a ribellarsi, costringendomi a cambiare posizione ( senza ammazzarmi) tutti i 30 minuti. Me ne e' valsa la pena!!
Giorno dopo, quindi, ritorno a Santa Marta e preparativi per la partenza verso Cartagena, la mattina seguente.
Il fato ha voluto che due ragazzi danesi, Lesse e Martin, partissero nello stesso momento e verso la nostra stessa destinazione. Gentilissimi ci hanno offerto di partire con loro, nella macchina noleggiata a Bogota e, in compagnia di un altro compañero argentino, Damian, dopo 5 ore siamo arrivati nell'affascinante citta' di Cartagena.
Che meraviglia. Una delle piu' belle citta' che abbiamo scoperto in America Latina. Stile coloniale, come molte altre, ma un fascino a parte. La citta' e' racchiusa tra mura e ad ogni angolo si potrebbe scattare una foto, talmente eclatante e' la bellezza di ogni singolo angolo della citta' vecchia. Serata passata con i nostri amici di co-voiturage in un baretto 100per100 colombiano a ritmo di salsa. Un'esperienza!! E poi ancora due giorni rilassanti nella nostra cameretta pas-chere nel Getsemani.
Partenza il 29 Aprile verso Palenque, un villaggio a 70km a sud est della citta'.
Ci ha incuriositi la descrizione di questo luogo fatta dalla Lonely Planet, che, oltre che a dare prezzi sbagliati ed indirizzi di posti chiusi, ogni tanto ti fa scoprire qualcosa di interessante, veramente al di fuori dei circuiti turistici. Palenque: un paesino di 2000 anime dove avevamo l'impressione di essere in Africa e non in Colombia. Benkos Bioho (uno schiavo africano che, nel 1603, riusci' a scappare da Cartagena dove viveva come schiavo) fondo' questo villaggio: il primo, nelle Americhe, dove la gente di colore poteva vivere libera. Libero', inoltre, un numero impressionante di schiavi, reclusi nella citta' di Cartagena, la leggenda dice "ipnotizzando le guardie" (??!!), guidandoli successivamente, di notte e a piedi, fino al villaggio di Palenque.
Il viaggio per arrivare non e' dei piu' semplici, anche se non impossibile. Un bus ci ha lasciati sulla strada principale e due moto, guidate da Palenqueros ci hanno trasportati, passando in mezzo a distese di banani e yuca, fino al villaggio: l'Africa nera.
Un bene il fatto che l'accesso a questo pezzettino di Africa non sia facile come per le altre mete turistiche piu' conosciute. Nel villaggio gli unici stranieri eravamo noi ed una ragazza brasileira. Ospitati a casa di Ambrosio, un vero Palenquero, abbiamo passato due giorni magnifici, condividendo cibo, vita quotidiana ed esperienze uniche, in quanto diverse da tutto cio' che abbiamo conosciuto fino ad ora. Abbiamo imparato a piantare la yuca, questa radice deliziosa. L'abbiamo raccolta, in vista della cena. Ci siamo lavati nel Rio (arroyo, in palenquero) e conosciuto, per quanto possibile in due giorni, l'affascinante cultura di questa gente. Un'esperienza unica. Incredibile. Condivisa con persone semplici, dal cuore grande.
L'immagine che piu' mi e' rimasta impressa del villaggio sono i bimbi, che giocano per strada. Piu' della meta' della popolazione non supera i 13 anni. Quasi come nella mia cara Repubblica delle Banane, che conosciamo bene!!??
Partiti un po' a malincuore da Palenque, dopo un periplo incredibile in bus ( Attesa di due ore prima che un bus si faccia vivo. Primo bus che ci lascia in un paesello sperduto. Cambio bus. Rottura del bus, sul quale il conducente si ostinava a viaggiare senza freni. Rivolta dei passeggeri con (quasi) "linciaggio" del pilota e co-pilota!!?? Altro bus a Monteria, verso Medellin. A causa della pioggia incessante e degli smottamenti di terreno che hanno invaso la carreggiata il viaggio, in teoria di 8 ore, si e' trasformato in un'eternita' di 20 ore) , siamo riusciti a mettere piede a Medellin. Non ci siamo fermati, ma, dopo un'attesa di 7 ore, per il bus delle 23 (si risparmia su tutto!!) siamo ripartiti verso Armenia, una citta' piu' a sud, nella regione del caffe'.
Salento, un villaggio a 2000m di altitudine ci ha accolti la mattina alle 6, quando ancora tutte le strade e la piazza principale erano deserte.
Caffe' delizioso in un baretto dove un nonnino ci ha servito due tazze uscite dalla collezione del Mulino Bianco e poi tour alla ricerca dell'ostello. Trovato, "el Jardin", dove uno scienziato pazzo accompagnato dalla madre ci hanno accolti per una notte. Una sola, in quanto il loro modo di farti sentire a tuo agio, non ha fatto che accrescere in me e Nico la voglia di andarcene via di la'!!! Un esempio su tutti. A cena. Io e Nico mangiavamo a tavola e lo scienziato seduto di fronte a noi che ci guardava, senza parlare, aspettando che finissimo, per chiudere a chiave la cucina e andare a dormire. Uff.... una notte e' bastata. Prima di questa famosa cena, durante la giornata, siamo andati a farci una camminata alla ricerca di una Finca, dove Don Elias e la sua famiglia coltivano caffe', con metodi biologici, da generazioni. Non esistono prodotti chimici, solo soluzioni naturali e drastiche: se una pianta e' malata la si sradica!! Che interessante. Il figlio ci ha accompagnati nei campi di caffe', spiegandoci ogni passaggio, dalla semina alla tostatura del caffe'. Muy muy muy interessante!!! Finale, tazza di caffe' da noi macinato personalmente. Una delizia.
Sulla strada del ritorno abbiamo scoperto il Paradiso: Jambolombia. Un ostello (aperto da un mese) tenuto da una famiglia giovane, con una figlia di 13 anni. Gabriel, 40 anni, originario dei luoghi; Carol e Dani, la figlia. CoolRastaCool!! Accompagnati da Cristian un amico che li sta aiutando a lavorare il terreno alla finca.
Il giorno dopo abbiamo traslocato!!!!!!Dovevamo restare un giorno e, alla fine, siamo rimasti 3 notti in questo Magic Jambolombia. Abbiamo lavorato un po' anche noi (ci capita spesso nei nostri viaggi, di contribuire allo sviluppo di progetti altrui... chissa' quando sara' il nostro...).. io nell'orto e nico scavando il buco per il "PisciLago". Una piscina naturale che sara' riempita con acqua piovana e pesci.. wow!
Abbiamo scoperto le meraviglie della natura circostante. Fiumi, colline a 2000 e piu' metri, coperte da palme da cera incredibilmente alte. In media 60m. Distese di caffe', di banani ed una fauna (soprattutto uccelli) colorata e varia. Un paradiso verde, dove anche le persone che ci vivono, sembrano stregate da questo splendore. Gente gentilissima e super accogliente.
Con non poche difficolta' siamo riusciti a partire da Salento. Questa volta non a causa di bus o tempo metereologico, ma a causa della qualita' del tempo che ci abbiamo passato e della voglia di restare.
Partiti verso sud, in giornata siamo arrivati a Popayan, dove abbiamo passato due notti, prima di riprendere un bus che ci avrebbe fatto passare la frontiera. Ieri sera siamo arrivati a Otavalo. Un villaggio ecuadoreño, famoso per il suo mercato artigianale, a tre ore di bus dalla frontiera. Stamattina full immersion nel mercato a spendere dollari (!!!??? eh si', una delusione, a causa della svalutazione della moneta, qualche anno fa, hanno deciso di introdurre il dollaro come moneta nazionale...beuffff.. arghhh) e poi bus per Quito, dove siamo arrivati nel tardo pomeriggio. Domani andremo all'aeroporto: i pazzi aussies Rachy e Bas arrivano, per passare una settimana con noi. WOW!! Andremo verso sud, per scoprire le bellezze di questo paese e farci un po' torcere dai due super sportivi che, immagino, ci faranno a pezzi, organizzando camminate improbabili (arrivano allenati dopo aver fatto l'Inca Trail!!??) e "gitarelle" in bici spacca-gambe ;)
Poi la costa, per una settimanella di mare, prima del rientro a Lima, da dove, il 3 giugno, "un jet partira' ", portandoci via da questa magica Terra.

A presto, a tutti. Chi piu', chi meno.

L'ultimo mese di viaggio e' cominciato e la linea d'arrivo di questo primo (!!) grande periplo si avvicina sempre piu'.
Sentimenti diversi ci assalgono. Voglia di tornare. Ovvio, dopo un anno, fa piacere rivedere famiglie ed amici, ritrovando una quotidianita' al fianco (piu' o meno vicino) delle persone care.
Con la paura, pero', che, passati i primi mesi ricchi di "novita' ", l'astinenza da questa droga incredibile che e' il viaggio, rendera' sempre piu' difficile il ritorno alla vita "normale" .
Sara' possibile??!! Sara' depressione??!! Chi vivra', vedra'..


Tayrona.. incredibile, all'orizzonte nessun turista..

Una delle spiagge balneabili del Parco


La mia amica amaca

Tramonto a Santa Marta

Da sx: Lesse, Martin, Damian, et les Voyageurs Fous!

La serata salsa a Cartagena!!

In partenza verso Palenque. I loved the bus!!

Niños palenqueros

La doccia... oh yeah!!!

Una giornata nei campi

Coltivazioni di mais e yuca.
Dany, il figlio di Ambrosio, il signore che ci ha ospitati.. con Nico ed il loro tesssoro: yuca!

Piantando yuca


Ambrosio

Al villaggio

Visita delle abitazioni tipiche. Ahime' non ne restano molte e per la maggior parte sono disabitate.

Charla charla..
La partenza...

A 40 km da Medellin. La fila di autobus e camion si e' formata durante le 6 ore di attesa, prima che a forza di braccia e pala, dei gentili signori riuscissero a liberare la strada dalla frana della notte precedente...


Nico e il nostro "Zitoun per un giorno" che ci ha accompagnati fra le colline di Salento

Fior di caffe'
Le bacche che contengono il delizioso chicco..

Prima della tostatura
Macina macina!!! Iron, il figlio di Don Elias, el cafeteiro.

Il paesaggio a Salento


Le palme da cera



Nella Valle di Cocora


JUMBOLOMBIA
A sx: Gabriel e Carol




Il futuro "PisciLago"


Gabriel: modalita' creativa


Salento: la piazza centrale


L'immancabile Briscola!!


Popayan: Puente de la Custodia y..


.. el Puente Humilladero


Piccolo scorcio del mercato di Otavalo